Mi preme prendere spunto dalla vicenda che mi ha coinvolto e
alle scuse che ho inoltrato al Commissario della Fise avvocato Ravà. Proprio in
quanto nella trasmissione in oggetto esprimevo un concetto di natura economica
che invece ho espresso rivolto a un personaggio che nulla ha a che fare con
l'economia di un settore rilevante come l'equitazione nazionale e la sua
Federazione di riferimento. Mi preme qui riaffermare che la cruenta battaglia
in corso è anche una battaglia oltre che di potere, anche economica.
Sottintendendo con questo sia i milioni di euro che la federazione gestisce,
sia il settore nel suo complesso fatto di importazioni, fatturati di società e
maneggi. In cui militano personaggi di alto livello come Andrea Rifeser, ad
esempio. Ebbene la battaglia che ogni giorno diventa più feroce, come il
grafico che qui viene proposto dall'amico Massimo Arcioni ben
delinea le forze in campo. I gruppi che si contrappongono sono ancora quelli
della precedente tornata elettorale e direi quelli che da sempre si contendono
la Fise. Da un lato la cordata che fa riferimento a Di Paola, dall'altra quella
che fa capo ad Antonella
Dallari. Una battaglia che, come ho accennato è da anni in essere.
Solo che da un lato la situazione è mutata con il commissariamento, dall'altro
c'è un nuovo attore in gioco, Vittorio Orlandi.
IL RUOLO DI ORLANDI.
Rispetto alle precedenti tornate elettorali ci sono due nuovi
attori nello scenario. Il primo è Vittorio Orlandi. Un nome
storico dell'equitazione nazionale che gode di un prestigio importante a livello
internazionale e presumibilmente nelle alte sfere del Coni. Che ne fa un
avversario temibile. Ma soprattutto diventa uno degli aghi della bilancia nel
conflitto secolare tra le due anime della Fise di cui diremo più oltre. Quindi
giocoforza che i contendenti dovranno confrontarsi con questo grande
dell'equitazione che, è bene ribadirlo, non ha alcun interesse economico nella
sua elezione alla presidenza. Fato non secondario. Vittorio Orlandi pur
appartenendo da sempre a questo mondo, è altro rispetto ad esso. E, ripeto,
oggi tutti dovranno fare i conti con il Cavaliere.
I NON ALLINEATI
L'ultimo gruppo che prendiamo in considerazione è quello dei NON
ALLINEATI, vale a dire quei gruppi che non hanno ancora preso posizione o che
non si identificano con nessuno dei candidati e delle cordate.
E' un gruppo composito, di cui fa parte anche quello a cui
appartengo. Che ha certamente delle simpatie, ma che opera sulla base della definizione
di un programma che DEVE ESSERE CONDIVISO.
PRINCIPALI DISCRIMINANTI
Siamo da sempre un paese importatore di equini. E da tempo i
commercianti e il loro principale canale di vendita, gli istruttori e i
cavalieri, sono fortemente preoccupati per questo commissariamento che gli
impedisce di operare secondo i canoni tradizionali. Un gruppo che ritengo
conservatore dei precedenti equilibri, se personaggi di peso come Palma hanno
sentito il dovere di intervenire nella formazione di un gruppo come SDF. Vittorio Orlandi per sua
natura si colloca a via di mezzo tra i due gruppi. Da un lato è un innovatore,
dall'altro fa parte del gruppo storico che aveva nei D'Inzeo e nei Mancinelli,
personagi di grande levatura. Il terzo gruppo che ho chiamato dei NN ALLINEATI
propone un diverso assetto della Fise, nella considerazione che da un lato, la
crisi del Paese è la principale responsabile del disastro anche della Fise,
riducendo sponsor, risorse dei Comitati, e chi più ne ha ne metta, dall'altro
se si è giunti al commissariamento la responsabilità è anche di quella
burocratizzazione che ha portato a mandati pluriennali che hanno di fatto
ingessato la Fise a tutti i suoi livelli.