Friday, February 21, 2014

CONSIDERAZIONI SULL'ATTUALE FASE DELLA FISE


Mi preme prendere spunto dalla vicenda che mi ha coinvolto e alle scuse che ho inoltrato al Commissario della Fise avvocato Ravà. Proprio in quanto nella trasmissione in oggetto esprimevo un concetto di natura economica che invece ho espresso rivolto a un personaggio che nulla ha a che fare con l'economia di un settore rilevante come l'equitazione nazionale e la sua Federazione di riferimento. Mi preme qui riaffermare che la cruenta battaglia in corso è anche una battaglia oltre che di potere, anche economica. Sottintendendo con questo sia i milioni di euro che la federazione gestisce, sia il settore nel suo complesso fatto di importazioni, fatturati di società e maneggi. In cui militano personaggi di alto livello come Andrea Rifeser, ad esempio. Ebbene la battaglia che ogni giorno diventa più feroce, come il grafico che qui viene proposto dall'amico Massimo Arcioni ben delinea le forze in campo. I gruppi che si contrappongono sono ancora quelli della precedente tornata elettorale e direi quelli che da sempre si contendono la Fise. Da un lato la cordata che fa riferimento a Di Paola, dall'altra quella che fa capo ad Antonella Dallari. Una battaglia che, come ho accennato è da anni in essere. Solo che da un lato la situazione è mutata con il commissariamento, dall'altro c'è un nuovo attore in gioco, Vittorio Orlandi.

IL RUOLO DI ORLANDI.
Rispetto alle precedenti tornate elettorali ci sono due nuovi attori nello scenario. Il primo è Vittorio Orlandi. Un nome storico dell'equitazione nazionale che gode di un prestigio importante a livello internazionale e presumibilmente nelle alte sfere del Coni. Che ne fa un avversario temibile. Ma soprattutto diventa uno degli aghi della bilancia nel conflitto secolare tra le due anime della Fise di cui diremo più oltre. Quindi giocoforza che i contendenti dovranno confrontarsi con questo grande dell'equitazione che, è bene ribadirlo, non ha alcun interesse economico nella sua elezione alla presidenza. Fato non secondario. Vittorio Orlandi pur appartenendo da sempre a questo mondo, è altro rispetto ad esso. E, ripeto, oggi tutti dovranno fare i conti con il Cavaliere.

I NON ALLINEATI
L'ultimo gruppo che prendiamo in considerazione è quello dei NON ALLINEATI, vale a dire quei gruppi che non hanno ancora preso posizione o che non si identificano con nessuno dei candidati e delle cordate.
E' un gruppo composito, di cui fa parte anche quello a cui appartengo. Che ha certamente delle simpatie, ma che opera sulla base della definizione di un programma che DEVE ESSERE CONDIVISO.

PRINCIPALI DISCRIMINANTI
Siamo da sempre un paese importatore di equini. E da tempo i commercianti e il loro principale canale di vendita, gli istruttori e i cavalieri, sono fortemente preoccupati per questo commissariamento che gli impedisce di operare secondo i canoni tradizionali. Un gruppo che ritengo conservatore dei precedenti equilibri, se personaggi di peso come Palma hanno sentito il dovere di intervenire nella formazione di un gruppo come SDF. Vittorio Orlandi per sua natura si colloca a via di mezzo tra i due gruppi. Da un lato è un innovatore, dall'altro fa parte del gruppo storico che aveva nei D'Inzeo e nei Mancinelli, personagi di grande levatura. Il terzo gruppo che ho chiamato dei NN ALLINEATI propone un diverso assetto della Fise, nella considerazione che da un lato, la crisi del Paese è la principale responsabile del disastro anche della Fise, riducendo sponsor, risorse dei Comitati, e chi più ne ha ne metta, dall'altro se si è giunti al commissariamento la responsabilità è anche di quella burocratizzazione che ha portato a mandati pluriennali che hanno di fatto ingessato la Fise a tutti i suoi livelli.