Tuesday, March 20, 2007

De Montel: chi era costui?

Le vecchie scuderie De Montel, quel complesso di edifici fatiscenti che stanno proprio di fronte allo stadio Meazza e che una volta erano la sontuosa dimora di cavalli purosangue, ospiteranno dunque bagni turchi e massaggi. Il consorzio di imprese che si è aggiudicato la gara di appalto comunale ha da poco dato il via ai lavori di ristrutturazione e trasformazione delle scuderie nate per volere del nobile Giuseppe De Montel all’inizio del ‘900. Viene così cancellato un altro pezzo del patrimonio ippico del Paese. Di cui Milano ha perso la memoria se si è pensato di destinare questa struttura fatiscente, ma ancora intatta nella geometria originaria, a terme. Tutta la zona di San Siro prima della Seconda guerra mondiale era un’immensa distesa verde dove venivano allenati e allevati cavalli da corsa e concepita sul modello di quelle di Chantilly (Francia) e Newmarket (Inghilterra). Lungo il perimetro dell’ippodromo venivano a fare esercitazioni i cavalieri del Savoia cavalleria che da via Vincenzo Monti dove stava la caserma, giungevano a cavallo fino a piazzale Lotto. Era il tempo in cui la grande borghesia milanese “faceva correre”, come usava dire di chi teneva scuderia di cavalli da corsa. Oggi i Moratti, i Provera e i Berlusconi i loro miliardi li spendono per un giocatore, ieri per un purosangue che acquistavano in Inghilterra. Era li, su quei prati, su quelle piste che Federico Tesio, il creatore di Ribot e Neraco allenava i suoi cavalli, quelli della Dormello Oliata che a suo tempo non si fece scrupolo di cedere quei terreni e quelle scuderie in cui erano cresciuti Nearco e Ribot a imprese che ne fecero residence e palazzoni. Ma Tesio non era il solo grande ippico di quegli anni trenta, magici per le corse dei cavalli. Aveva un grande rivale: un banchiere ebreo, il nobile Giuseppe De Montel (giubba da corsa nera con cuciture bianche), che come i Rthschild, ebrei e banchieri anch’essi, aveva passione per i cavalli purosangue. A lui si deve il complesso architettonico tra i più belli del liberty milanese che ora si vorrebbe trasformare, snaturandolo, nelle cosiddette terme di Milano. I cavalli del nobile si chiamavano Havresac II, Ortello, Orsenigo, campioni eccezionali che gareggiavano con successo contro quelli di Tesio e della Dormello Olgiata. Ma mentre Federico Tesio venne fatto senatore dal Fascismo, De Montel in quanto ebreo, fu costretto a vendere tutti i cavalli e a dismettere la scuderia. Il complesso fini successivamente alle Pie Opere Missionarie che lo affittarono a varie scuderie e allenatori. Una scarsa manutenzione ne compromise negli anni gli edifici, via via sempre più fatiscenti. Poi l’oblio totale. Anni e anni di abbandono con tossici che avevano eletto a residenza i box per i cavalli. Sempre più in basso. Senza che un ente come l’Unire, Unione nazionale incremento razze equine, sentisse il bisogno di intervenire, preferendo insediare il centro aste purosangue a Settimo Milanese, in una struttura prefabbricata, piuttosto che spendere qualche miliardo per far tornare agli antichi fasti questa struttura come del resto non è intervenuto l’assessorato alla Cultura del Comune di Milano o la sopraintendenza alle belle arti milanese. Poi dal ’96 ecco che la proprietà del complesso passa al Comune di Milano. Ci sono voluti quasi dieci anni prima che il leghista Giancarlo Paglierini, assessore al Demanio, si accorgesse dell’esistenza delle scuderie De Montel. Ma il risultato non è stato quello sperato dal WWF ad esempio che proponeva una riconversione a favore dell’ippoterapia e dell’ippica. Con un bando di gara ci faranno un bagno turco.

2 comments:

Maria Cristina Magri said...

E' bello trovare "Gente di cavalli" :-) anche sui Blog, complimenti! siamo meno soli di quel che sembra.
Un cordialissimo saluto,
Maria Cristina

Unknown said...

Vorrei sapere si avete foto De Montel dal novecento per vedere come era perche tristemente soltanto conosco com'è oggi. Grazie

Aura