Wednesday, April 22, 2009

IPPICA: CONSIDERAZIONI

Considerazione 1
Milano, il deserto dell'ippica

Il Gran Premio di Milano ha evidenziato tutti i limiti dell'ippica nazionale. Si è trattato di un Gr1 per gli scarti europei, quando un tempo questo stesso gran pemio era vinto da cavalli che si chiamavano Donatello II e via dicendo. Sul fronte editoriale l'ippica in Gazzetta è considerata meno che nulla, talvolta un solo colonnino, quando un tempo la "seconda" della "Rosa" era interamente dedicata a questo sport. Vi scriveva un collega che si chiamava Luigi Gianoli, un mostro sacro del giornalismo nazionale. Dei grandi nomi del passato nulla o quasi è rimasto. Dormello non si può più dire sia la stessa degli anni Sessanta. Mantova, Soldo, Miani,Giocri,e tanti, tanti altri non ci sono più (per fortuna ci sono ancora le Isabella Bezzera e la Incolix). Di loro la stampa neppure ricorda i nomi, figuriamoci i colori delle giubbe. La borghesia milanese che un tempo reggeva alla grande questo sport è lontana, tra l'altro impoverita, dissanguata da politiche penalizzanti, in tutti i campi. Milano checcè se ne dica è una città provinciale.Sull'ippodromo infine circolano voci inquietanti come sulle stesse piste di allenamento su cui ora si vorrebbe edificare un nuovo carcere.
Considerazione 2
Scilla Balzarini-Siba porta Lui Rei in Usa e affida a Cumani un soggetto di punta

Scilla Balzarini, la figlia del sor Emilio è l'artefice del nuovo corso di questa gloriosa scuderia. Intraprendente, intelligente ha portato per la prima volta in assoluto la casacca di casa a vincere un gran premio all'estero come il Papin.Mai era succeso prima d'ora, Non solo, ma ha affidato un soggetto di punta a Cumani in Gb. Siamo certi che anche in questo caso i risultati non mancheranno.
Considerazione 3
Il Cosiddetto Piano Industriale

Come riportato recentemente da Trotto&Turf, il cosiddetto Piano Industriale è in alto mare. Lo gestisce il professor Branchini, emerito docente universitario e bocconiano che sino a poco tempo fa neppure sapeva che cosa era un cavallo. Solo grazie a quel bravo giornalista che è Alberto Cagnato si è impossessato della materia e ora eccolo a Roma a gerstire le cose dell'ippica. I maligni dicono a 2500 euro a colloquio per individuare quali siano i punti deboli e forti del sistema ippica e porvi rimedio con il Piano industriale. Ce lo aspettavamo, lo avevamo detto anche a Giuseppe Botti, fautore del piano stesso, che sarebbe finita come succede di solito in Italia, a tarallucci e vino. Con buona pace dei tanti quattrini spesi e delle tante speranze disilluse. Tuttavia, mentre la politica e gli affari di palazzo vanno da una parte, il mondo reale va dall'altra. E' cosi che l'allevamento italiano sta producendo soggetti di statura internazionale da un bel po di tempo a questa parte. Vedi Lui Rei, o Abaton, o nel trotto dalle tante vittorie sui campo di corse di Francia e Svezia. Gli ippodromi di converso sono vuoti, con sparuti gruppi di proprietari. Pare di essere tornati indietro nel tempo quando a far correre erano davvero poche scuderie, sempre quelle che si davano battaglia sui campi di corse della Penisola. Ebbene oggi si contendono la vittoria Botti e Grizzetti come un tempo Tesio e De Montel, con l'inserimento di un genio quale Vittorio Caruso che miete allori a più non posso con una trentina di cavalli. A proposito, avete visto che i Botti malgrado l'altissimo numero di cavalli in scuderia non hanno avuto uno che uno partente nel Filiberto e nel Parioli?

No comments: